27.6.11

19.6.2011 NAVIGLIO DELLA MARTESANA

Approfittando della splendida giornata di sole dopo tre settimane di pioggia, io e Die ci siam concessi una passeggiata (di 8 km! 4a d andare e 4 a tornare) sul Naviglio della Martesana.


Inzio del Naviglio, in via Melchiorre Gioia.


Casette come di villeggiatura.

Molto più discreto e "nascosto" dei più famosi Alzaia Naviglio Grande e Alzaia Naviglio Pavese, il Naviglio della Martesana parte (o meglio, finisce, a giudicare dalla direzione in cui scorre l'acqua) in fondo a Via Melchiorre Gioia e prosegue fino a fuori Milano, tagliando Viale Monza, Via Padova per poi perdersi nella brianza. (Noi siamo arrivati fino a Via Padova, appunto).

Fuori milano ci sono addirittura gite in battello organizzate, prima o poi ci andrò :-)


Il cielo di Milano.

Ma anche dentro la città il Naviglio della Martesana riesce a regalare panorami suggestivi e assolutamente fuori dal tempo: una Milano di una volta, con le case di ringhiera, con le loro corti immense o minuscole, vecchi edifici industriali ristrutturati e convertiti in abitazioni deliziose o ristoranti lussuosi; muri ed edifici decandenti ma affascinanti; ferrovie e tralicci dell'alta tensione scagliati sotto un cielo azzurro intenso.














Un ristorante.


Un'antico edificio industriale ristrutturato.




Una casa di ringhiera.







A differenza degli altri navigli prima citati, il Naviglio della Martesana è un percorso ciclabile pedonale: silenzioso attraversa la Milano senza tempo e vi assicuro che anche la fauna locale è davvero curiosa! :-)


Le goccioline d'acqua sulla testa!






Le Gallinelle d'Acqua, stavano facendo il nido. Per passarsi di becco in becco il materiale passavano continuamente sopra la tartaruga, che non si sentiva affatto disturbata dal continuo viavai sopra al suo guscio.

EDIT: potete vedere le foto grandi qui su flickr

9.6.11

# GIAPPONE: 03.5.2011 VIAGGIO DI RITORNO

Questo post non sarà, ahimé, correlato da alcuna fotografia: la macchina fotografica era già bella stipata nel bagaglio. Tuttavia vale spendere qualche parola anche per la giornata del viaggio di ritorno.

Il nostro aereo partiva da Narita (Tokyo) alle 12.20 ma sui nostri biglietti, fatti a inizio dicembre 2010 c'era scritto 12.55

Avevamo 2 ticket per un Limusine Airport Bus (in pratica i nostri Malpensa Shuttle). La fermata però non era davanti al nostro albergo, ma di fronte a uno non troppo lontano che però pareva introvabile. Siccome la sera prima avevamo provato - a piedi - a fare un bliz esplorativo alla ricerca di tale albergo senza successo, la mattina seguente abbiamo optato per prendere un TAXI. Così abbiamo provato anche l'ebrezza degli autisti nipponici! :-P
Per chi non lo sapesse, le portiere dei taxi giapponesi si aprono da sole, non bisogna toccarle: spessissimo gli stranieri non sanno di questa stravaganza e aprono e sbattono le portiere con grande disappunto degli autisti.
Noi siamo state bravissime XD!

In pochissimi minuti (e spendendo 1000¥) siamo giunti all'albergo in questione, dove un team elegante e superformale di addetti, hanno preso i nostri bagagli, fatto il ceck-in, ci hanno segnalato la sala di attesa. Il tutto in una forma educatissima e persino eccessivamente osssequiosa, compreso l'inchino di 45° (il più formale e importante) da parte di una hostess che ha pazientemente atteso in quella posizione per ben un minuto la partenza del nostro pullman.

Il panorama della città e dei dintorni era "rovinato" da un tempo uggioso e foschioso: tuttavia sono riuscita a scorgere benissimo l'IKEA dalla tangenziale!!!
Ebbene sì, anche nel Paese del Sol Levante usano mobili svedesi!
Chissà se il mercato è differenziato e come sono scritti i nomi dei prodotti!?!?!?

L'areoporto di Narita è molto grande e bello (non una schifezza come il terminal 1 di Malpensa).
Al ceck-in Alitalia abbiamo scoperto con piacere che la hostess allo sportello - giapponese - parlava italiano! ^_^
Ci ha chiesto come mai eravamo venute in Giappone: saputo che eravamo stata lì in vacanza è rimasta assai stupita: tutti gli italiani son "fuggiti" da lì dopo i problemi dell'11 marzo e molti hanno disdetto i voli e rinunciato alle ferie in Giappone.

Abbiamo girellato per gli shop dell'aeroporto e finito di spendere i pochi ¥ rimasti.

Alle 12.20 l'aereo è partito... il viaggio di andata era stato un vero e proprio INCUBO per me. Questo è passato più veloce e siccome viaggiavamo quando per noi era "giorno" non ho risentito di sonno e impossibilità a riposare.

Io e Mari abbiamo anche scoperto come usare i monitor per guardare i film.
E qui è iniziata l'avventura…
Siccome i nostri posti erano quelli della prima fila che separa la classe economy dalla business, non avevamo altri sedili davanti al nostro, sul retro dei quali è collocato il monitor.
Nei nostri sedili andava estratto da sotto il bracciolo. Peccato che non funzionassero proprio benissimo… a furia di sfila infila i nostri monitor facevano pietà: l'audio andava a scatti in entrambi, quello di Mari era in bicromia verde-nero. Il mio era a colori, ma l'immagine continuava a "saltare" stringersi, mostrare mega pixel che scomparivano e riapparivano in punti diversi in continuazione.
Anche quello di Mari presentava gli stessi problemi, solo forse un filo meno accentuati.

Abbiamo sincronizzato i film, facendoli partire in contemporanea, in modo che Mari potesse guardare nel mio monitor che aveva i colori e seguire l'audio sincronizzato.

Prima visione: Il discorso del Re. In Italiano.... diciamo che ce la siamo cavata anche in quelle condizioni
Seconda visione: Space Battleship Yamato - Film 2010 con attori in carne ed ossa. Era solo in lingua originale con sottotitoli in inglese. La visione qui si è fatta assai più difficoltosa e pian piano la mia rabbia aumentava.
Vorrei che questa scena la raccontasse Mari ^^"""
In preda a una rabbia estrema dopo un'ora di visone divenuta oramai impossibile, ho preso il monitor tra le mani e ho iniziato a shkerarlo con violenza in preda a un vero e proprio raptus! GROWR!!
Il monitor è definitivamente DEFUNTO. NERO. SPENTO.
Abbiamo quindi finito di guardarlo nel monitor di Mari, (l'audio intanto funzionava ancora per fortuna).
Miracolosamente, però, i pixel erano spariti, l'immagine non saltava più e l'audio era tornato perfetto!
Mah! Misteri…

Mentre Mari si è concessa un pisolino io sono andata a elemosinare un'altro posto con visore funzionante e mi son guardata "The Black Swan". Agghiacciante e bello allo stesso tempo.
Ero seduta accanto all'unico altro italiano presente sull'aero oltre me e la mia amica. Marchigiano, viveva a Tokyo da 8 anni. Abbiamo conversato un po', mi ha narrato di quanto i giornali e TV italiani abbiano ingigantito gli eventi accaduto in Giappone creando un clima di terrore assolutamente ingiustificato per la maggior parte delle zone del paese.

E così il viaggio è arrivato alla fine e abbiamo toccato il suolo di Malpenso verso le 17.30 del 3 maggio.

CONSIDERAZIONI FINALI.
È stata un'esperienza notevole, mentre ero là non sono ben riuscita a rendermi conto di dove fossi... sembrava un sogno. Mi ci è voluto un po' per metabolizzare di essere davvero stata 12 giorni dall'altra parte del mondo. Avevo anche voglia di tornare, ma più per la distanza fisica, che il mio cervellino fatica a cogliere senza un attimo di "panico".
Ora, invece, a viaggio concluso e metabolizzato, ci tornerei, soprattutto per fare e vedere quelle cose che mi sono state impossibili nel breve - ma nemmeno troppo - soggiorno.

Ringrazio Mari, mia compagna di viaggio, non avrei potuto avere compagnia migliore per andare in Giappone.

La chiosa finale, molto in stile "Damina" e che solo Mari può capire è: MERY, VAFFANCULO!

7.6.11

#10 GIAPPONE: 02.5.2011 > TOKYO > HIMIKO - UENO - ASAKUSA

Ed eccoci alla fine della nostra vacanza…
Oggi ultimo giorno a Tokyo... solo oggi, alla fine di questo viaggio, il padreterno si è degnato di regalarci un clima estivo e soleggiato.

Il programma di oggi era di imbarcarci sulla mitica *Hìmiko!
la Hìmiko è un battello turistico che percorre una tratta del fiume Sumida. La sua caratteristica è di essere stata disegnata e ideata da Leiji Matsumoto, autore - tra gli altri - del Galaxy Express, Space Battleship Yamato, Danguard, Starblazer, Queen Millenia, Capitan Harlok, ecc.
Quando l'avevo vista on line, mi ero ripromessa che, se fossi andata a Tokyo ci sarei DOVUTA salire a tutti i costi!

Fatti i biglietti, abbiamo atteso il battello in un centro commerciale nelle vicinanze e Mari ha trovato come passare il tempo! :-P



Ma ecco arrivare la Himiko!: io emozionatissima, come una scolaretta alla prima cotta!






Kawaiiiii!!

Il viaggio è stato stupendo, non mi sono concentata particolarmente sul panorama, la mia attenzione era tutta catturata dalla nave!!! È magnifica! Ho fatto mille foto ^^"





Il cartonato coi personaggi del Galaxy Express era una vera e propria chicca: appena salpati hanno mandato in filodiffusione il dialogo iniziale tra Metel (Maisha in Italiano), il Controllore e Tetsuro Hoshino (Masai in italiano), nel momento in cui quest'ultimo sale per la prima volta sul treno e parte alla volta del suo viaggio!






Schizzi originali di Matsumoto e forse di altri mangaka.










Verde! Ogni volta che passavamo sotto a un ponte e c'era "buio" potevamo apprezzare il gioco di luci della nave...




Viola!









Poi ho rubato qualche foto quando tutti gli altri passeggeri erano scesi…

















La nava si fermava ad Asakusa, proprio vicino a dove si trova il parco di Ueno che volevamo tanto visitare perché è famoso per le sue centinaia di Sakura: peccato che fossero tutti oramai sfioriti da 3 settimane :-(


Come i nostri mimi per strada…


Tombini coi Sakura nel parco di Ueno.


Parco di Ueno.



Accanto al parco c'è una zona con un laghetto, anch'essa presenta un camminamento di ciliegi, ma anche questi avevano oramai passato il tempo della fioritura. Tuttavia abbiamo trovato un po' di cose stravaganti…


Una scultura dedicata alla Giorgina :-P



Ci siamo concesse una sosta affacciate sul laghetto per prendere un po' in giro le coppiette sui pedalò a forma di cigno (come quelli che si vedon negli anime) :-P



I ragazzi giapponesi (ma nemmeno gli adulti) non si concedono effusioni in pubblico. Tenersi per mano o abbracciati, cose che per noi sono normalissime sono uno spettacolo raro o del tutto assente in Giappone.
Tuttavia esistono zone franche, come si vede anche negli anime, dove questo è concesso.
Una gita su un pedalò coperto o una barca a remi sono un luogo in cui un po' di coccole sono concesse.

In mezzo a un bel po' di coppiette abbiamo scorto due uomini sulla 50ina, dotati di macchina fotografica. All'inizio abbiamo pensato che fossero dei guardoni, mezzi nascosti in un cigno pedalò per fotografare le coppiette: poi abbiamo capito che stavano fotografando le carpe giganti che popolavano il lago... ^_^""""""


Camminamento di Sakura in mezzo al lago.


"Vela" promozionale con Naruto, fuori da un supermercato: me la sarei portata a casa!!


Amo l'attenzione dei giapponesi per questi dettagli: decorazione in cima a uno dei paletti in mezzo alla strada.

Lasciato il parco di Ueno, abbiamo fatto una sosta culinaria ad assaggiare i Takoyaki di Tokyo (Kawaiiiii! I più buoni tra tutti quelli assaggiati finora) e abbiamo fatto un giro per un vero e proprio mercato, dove abbiamo acquistato gli ultimi souvenir e abbiamo visto la gente affollarsi nei negozi/bancarelle che svendevano abbigliamento italiano :-S
A volte, è proprio vero, tutto il mondo è pa(l)ese…



Appena prima di tornare verso l'albrgo ci siamo imbattute in un negozio otakuissimo (Yamashiroya) che vendeva tutta roba di anime (specialmente One Piece) e c'era un'intera sezione dedicata a Creamy Mami: ovviamente mi son comprata solo per sfizio la pennetta USB a forma di bacchetta di Creamy :-P





Creamy Mami.








Metropolitana.

Siamo tornate in albergo presto, per fare la doccia e preparare la valigia
Abbiamo cenato assaggiando il tempura, che non avevamo ancora provato. Buono! (Oishii!!)
Ultimo giro (otaku per me) per il quartiere di Roppongi alla ricerca dei modellini di Evangelion: cercavo in particolare Kaworu Nagisa, il fifth children. Erano le scatoline a sorpresa, dove non puoi scegliere il contenuto: avevo una possibilità su 5 di trovarlo, ED È USCITO PROPRIO LUI!!!! ^__^


Kaworu Nagisa.

Parevo una pazza, mi son messa a urlare per strada appena uscita dal negozio quando ho aperto la scatola :-P
Mari fingeva di non conoscermi.


Sfoggio orgoglioso della mia penna USB, con anime in TV sullo sfondo! :-P




*Himiko (卑弥呼; 175 circa – 248), letto anche come Pimiku, era una regnante donna del regno Yamato, un antico stato, o per meglio dire regno, situato nell'attuale regione di Yamato nel nord dell'isola Kyushu.
Il Regno Yamatai era sito nella parte settentrionale dell'attuale isola di Kyushu e si era ingrandito soggiogando i regni vicini ed alleandosi con i regni più potenti. Oltre che con la Cina, il regno era in contatto diplomatico con la Corea.
A capo di questo regno era la regina - sacerdotessa Himiko, in italiano "La figlia del sole".
A quel tempo la scrittura cinese non era ancòra stata importata in Giappone, per cui mancano testimonianze storiche scritte indigene. Gli ideogrammi cinesi (kanji) vennero adottati in Giappone solo nel tardo periodo Yamato (大和) o "Kofun", che va dal 300 al 532.

Himiko era probabilmente una sacerdotessa del culto del Sole ed il suo regno era - quasi sicuramente - già potente al momento della sua ascesa al trono. I regni in cui era suddiviso il Giappone di allora non dovevano esser molto potenti, visto che i Cinesi chiamavano il Giappone "Wa", in italiano "Il piccolo popolo". Solo attorno al 690 il nome del paese venne mutato in "Ni-Hon" (in italiano "Paese del sole che sorge"), da cui il giapponese "Nippon".