9.1.15

IL PESSIMISMO DI TRUE DETECTIVE


L'altro giorno leggevo questo post di Ariano e come spesso accade il mio cervellino si è messo in moto in modo bizzaro, portando il mio flusso di pensieri alla serie tv True Detective (stagione 1).

L'ho vista durante queste vacanze natalizie e mi ha particolarmente colpita un dialogo che i due protagonisti hanno in auto. In realtà il dialogo è quasi un monologo, sembra che Rust (Matthew McConaughey) parli più a sé stesso che al collega…
Riporto qui sotto il dialogo, con un minimo di adattamento dei sottotitoli…

«Mi considero un realista, ma in termini filosofici sono un cosiddetto "pessimista". 
Sono dell'idea che la coscienza umana sia stato un tragico passo falso nell'evoluzione. 
Siamo diventati troppo consapevoli di noi stessi. La Natura ha creato un altro aspetto di sé, separato da sé stessa. Noi siamo creature che non dovrebbero esistere, secondo le sue leggi. 

Siamo solo delle "cose" che si sforzano di agire illudendoci di avere una coscienza. 
Questo incremento delle esperienze sensoriali e della nostra sensibilità, è programmato per far credere ad ognuno di noi che è una persona a sé stante quando, in realtà, ognuno di noi è nessuno.

Penso che l'unica cosa onorevole da fare per le specie come la nostra sia rifiutare come siamo fatti. 

E smettere di riprodurci, procedendo tutti insieme verso l'estinzione. Un'ultima notte nella quale fratelli e sorelle si liberano di un trattamento iniquo.
Mi convinco di essere un testimone di questo processo, ma la vera risposta è che non ho la tempra necessaria per suicidarmi.»


Inutile dire che il dialogo mi ha colpita perché nel suo pessimismo lo trovo pieno di un'inconfutabile logica che non si distacca molto dal mio modo di pensare e vedere le cose…

3 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Non è molto lontano dai ragionamenti di Blaise Pascal, il quale però trova soluzione e consolazione nella "scommessa necessaria" di credere in Dio (proprio perché la "sproporzione" dell'uomo rispetto agli altri esseri viventi lascia davvero supporre che appartenga a una categoria diversa, "creata" da un Essere superiore).
Ovvio che se non credi in Dio la logica di questo monologo è molto più che schiacciante, è oggettivamente incontrovertibile.

CyberLuke ha detto...

Beh, io in Dio ci credo, è nell'uomo che credo poco :D
Insomma, da che l'uomo cammina sulla Terra e da che esiste un'intelligenza e una coscienza, esistono brutture, atrocità, crudeltà gratuite, sopraffazioni, genocidi, stereo col mattone e chi più ne ha più ne metta.
Siamo una specie con potenzialità immense, e in quelle vedo la somiglianza col creatore, ma vedo anche tanto altro che mi fa desiderare l'estinzione come il male minore per tutto il resto del pianeta.
Voglio dire, ma vi ricordate i dinosauri? Dominarono la Terra per 165 dannati milioni di anni. milioni.
Era un ecosistema perfetto: c'era chi mangiava erba e chi mangiava altri dinosauri. Chi volava e chi nuotava e chi correva.
Un sistema perfetto.
Poi, Dio dev'essersi rotto le scatole, dopo 165 milioni di anni, e ha dovuto usare un meteorite per spazzarli via, sennò quelli erano ancora qua senza iPhone, sernza Internet e senza bombe H.
A brucare e a guardare i tramonti.
Ecco, secondo me Dio s'è pentito di aver schiacciato il pulsante "meteorite".

Il cosidetto Homo Sapiens infesta questo posto da meno di 190.000 anni.

Dama Arwen ha detto...

Riflettevo in sti gg sui vostri commenti…
Mi viene sempre più difficile credere in un Dio, se è vero che Dio ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza. Ma cosa siamo in realtà (come specie) e cosa potremmo essere?
Ok, il libero arbitrio è un dono del cazzo, ha fatto scegliere all'uomo il male e siamo caduti in disgrazia, talmente in basso che non posso non condividere quella forma di pessimismo descritta nel dialogo sopra.
E mi fa rabbia, proprio per le potenzialità che SOLO la razza umana, unica sul pianeta potrebbe sviluppare.