28.2.13

LA CASSIERA NERD E IL NONNINO CURIOSO


Ieri sera ho fatto un salto all'esselunga, per procacciarmi una cena veloce da portare da Rabé, per il cineforum della settimana. Mi dirigo verso le casse, e vedo "la mia cassiera preferita" che non aveva nemmeno troppa coda.
Piccolo rewind: la scorsa primavera mi son comprata una bellissima maglietta di star wars. Un giorno la sfoggiavo mentre ero a far la spesa: giunto il mio turno di pagare, alla cassa, la cassiera esclama: "Che la Forza sia con te!". Al che dopo aver sfoggiato un sorriso a 32 denti (anche se io ne ho solo 28) ho deciso che lei sarebbe diventata la mia cassiera di fiducia ogni volta che l'avessi trovata di turno al super sarei andata da lei.
Ma torniamo a ieri sera. Ero alla cassa Prescelta e stavo appoggiando le mie cibanze - che comprendevano una bella confezione di sushi - sul tapirulan (mi piace scriverlo così). Davanti a me c'era un vecchino, detto nel modo più affettuoso del termine. Io avevo poca roba: mi guarda, scuote la testa titubante, non sa se farmi passare avanti a no. Lo ringrazio gli dico di non preoccuparsi. Mi sorride, guarda il mio sushi, prende in mano la vaschetta e legge: "SUSHI!… ma è buono?" rivolto a me.
Io: "È buonissimo! Specie con le salsine giuste che ne esaltano il sapore"
Lui: "Io non l'ho mai mangiato. Ho paura di morire!" (era troppo forte!)
Io ho cercato di tranquillizzarlo, e ho cercato di riordinargli le idee riguardo al popolo e alla cucina cinese, spiegandogli che è molto diversa da quella giapponese. Un dalogo leggero e veloce, simpatico.
Non so come gli dissi che ero stata in Giappone… e lì la cassiera ha drizzato le orecchie…
così, chiacchierando, ho approfittato anche per dirle che mi ricordavo di lei e dell'anedotto della T-Shirt di Star Wars :-)
Mentre "passava" la spesa del vecchino, e successivamente la mia, mi ha chiesto del Giappone come era, dove ero stata… mi ha confessato che le piacerebbe molto andarci e che la sua migliore amica ora vive a Kyoto e un altro suo amico è a Fukuoka.

Così mi è venuto in mente che forse poteva interessarle leggere il resoconto del mio blog, e le ho lasciato uno dei miei biglietti da visita che preparai proprio per andare nel paese del sol levante.
Prima di andare via ho letto il suo nome sul cartellino: Rossana.
Rossana sembra essere una persona solare, sempre sorridente e pacata nel lavoro. Se tanto mi dà tanto magari avremmo altre mille pasioni in comune, le stesse che ho io e dei miei amici.
Rossana non è mia coetanea, credo che abbia qualche anno in più (forse quei 5/6 che potrebbero averle permesso di vedere ep IV al cinema).

Chissà se è (già?) passata nel mio blog, chissà se risponderà, chissà se leggerà questo post e il resoconto del Giappone nei post di primavera 2011.

26.2.13

VITA DI COPPIA (SU SKYPE)



LOL

18.2.13

PORCA PALETTA, INDESIGN!



Ma perché cazzo InDesign non crea documenti più grandi di 548,64 cm?!?!?!
Io devo fare uno stand largo 6 metri!!! cazzoooooo (sì, lo so, lo posso fare in scala ma vaffanculo!!!)

15.2.13

PIGIAMA PARTY DREAM



Stanotte ho fatto uno dei miei sogni assurdi.
Oddio, lo scorso dicembre ne ho fatti di moooolto più assurdi, ma oramai non li ricordo più.
Questo è ancora vivo nella mia mente…

Eravamo a Feltre, a casa di Rabé, durante uno dei suoi inviti capodanneschi o pasquali, as usual...
Solo che - come spesso accade nei sogni - la casa era un po' diversa, e anche la situazione che si veniva a creare alla fine.

Ricordo all'inizio del sogno eravamo io, Rabé, Sammy e Alessia.
Salivamo le scale di legno, e raggiungevamo la mansarda, dove o Sam e Ale tre avremmo dormito.
"Tu non dormi con noi?" avevo chiesto a Rabé.
"No, io dormo di là nella mia camera". (??? quale camera?)

La casa del sogno ovviamente differiva parecchio da quella vera, e la nostra mansarda era una specie di sottoscala tra un piano e l'altro…

Era una cosa più simile a questa…


Mettevamo i nostri sacchi a pelo per terra, sotto la scala, uno vicino all'altro, per dormire.
Notate la praticità: chiunque avesse avuto bisogno di andare in giro per la casa doveva praticamente camminarci in testa (sulla scala).
Eravamo tutte in pigiama e sapevo che però doveva arrivare altra gente… allora chiedevo - mentre mi toglievo la maglia del pigiama e infilavo la canottiera - "Ma dobbiamo stare in pigiama o ci vestiamo?".
"Stiamo pure in pigiama" diceva Rabé.

A quel punto io ero mezza vestita mezza in pigiama e ravanavo nel beauty case alla ricerca di mascara e eye-liner.

Ed ecco arrivare gli altri ospiti: cugini maggiori, zii e nipoti di Rabé al seguito (persone che io non ho mai visto). La casa veniva inondata e tutti erano in pigiama.

La stanza ora era un'altra… piccola, bianca, circondata da porte bianche e con muri non tutti ortogonali.
Una fredda luce tipo neon ma da parete e uno specchio sulla mia sinistra. Ero cmq seduta su un materasso per terra, in pigiama, che tentavo di truccarmi gli occhi, mentre tutti intorno a me giravano e c'era una gran confusione.
Ad un certo punto mi arrabbiavo (strano!) perché non trovavo più il mascara e anche se mi ero messa a gridare per scoprire chi me lo avesse rubato o sottratto per caso, non ero riuscita a ritrovarlo, le persone attorno mi rispondevano di non sapere dove fosse o non mi rispondevano affatto.
In quel momento la rabbia saliva ancora di più, perché intuivo che c'era in ballo la cresima e/o la comunione delle "nipoti" di Rabé e la frenesia era dovuta a quello.
Ed io incazzata perché coincidevano con le date della Yavincon.

Poi di colpo mi trovato per strada, di notte da sola, di fronte alla casa. Notte limpida illumiata dalla luna, il viale davanti alla casa è lastricato, tipo pavé. Le case sono tutte in pietra, stile rinascimentale (??? cazzo c'entrano con la baita??). Davanti a me appaiono due personaggi… un po' fatati, un po' circensi.
Due ragazze che paiono un ballerine e un po' gitane, coi capelli neri legati stretti in una coda. Indossavano entrambe un abito azzurro argento - ma leggermente diversi tra loro. Simili a tutù, con richiami gitani e settecenteschi. Muovevano le mani come se avessero delle nacchere, e i piedi vibravano a velocità rapidissima, quasi fluttuanti, microscopici passettini che le facevano volteggiare ed un suono simile a quello del cobra^^"".

Le guardo esterrefatta e un po' impaurita.
Faccio per rientrare in casa, ma devo salire una tortuosa ma bellissima scala a chiocciola stretta, circondata dalle colonnine di pietra (stile Rivendell). Salgo anche se mi pare di essere salita su una pertica più che su una scala e arrivo a una loggia, come quelle dei palazzi rinascimentali e la porta di ingresso era di legno scuro a doppio battente.

Entriamo. E c'erano le persone che avevo lasciato poco prima. La solita confusione di gente in pigiama… 
Poi non ricordo più, forse mi sono svegliata…

P.S. Vietato chiedermi notizia sulla mia cena di ieri, pliz!

14.2.13

LOOK










12.2.13

(MELA) STARK



UNA MELA (STARK) AL GIORNO, TOGLIE LA TESTA DI TORNO.
Per chi la capisce, è bellissima XD!

(cit. di Die, dopo l'acquisto fruttoso di settimana scorsa)

7.2.13

THE PARENT TRAP



In Italia è conosciuto col titolo IL COWBOY COL VELO DA SPOSA, che non c'entra assolutamente nulla, ma che è comunque rimasto nel mio immaginario e in quello di tantissimi altri.

Scoprii questo meraviglioso film del 1961 nella seconda metà degli anni '80, quando il venerdì sera RAI1 aveva dedicato la serata ai film di Walt Disney. E ancora oggi è uno dei miei film in assoluto preferiti.
Approfittando di una solitaria serata casalinga, mi son guardata il DVD, naturalmente - e finalmente! - in lingua originale :-)

Il film è liberamente ispirato da un romanzo tedesco di Eric Kastner “Das doppelte lotchen” (edito in Italia da Mondadori con il titolo “Carlotta e Carlotta”).

La cosa più bella è stata gustarmi i contenuti speciali all'interno del disco.
Innanzitutto non credevo che Walt Disney in persona tenesse così tanto a questa pellicola, al punto da recarsi sul set un giorno sì e uno no, spesso stravolgendo le scelte del regista con soluzioni assolutamente perfette.

Il film fu rivoluzionario per la tecnica con cui girarono le scene "in doppio" non avendo l'attrice Hayley Mills una sorella gemella! Le scene venivano girate due volte, (comunque ogni volta era presente una controfigura) e poi la pellicola rifotografata con uno strumento particolare (di cui non ricordo il nome) coprendone la metà dove c'era la controfigura, e poi ricomposte assieme. In questo modo non si vede il trucco. L'accortezza era solo quella di avere un fondo con delle linee di demarcazine ben distinte (la testiera del letto, una porta, una parete di perline di legno ecc) e di far sì che le due ragazze fossero sempre una accanto all'altra.

Questa tecnica era all'avanguardia per l'epoca e dopo questo esperimento gli effetti speciali della Walt Disney erano paragonabili alla ILM o la WETA di ora. Grande Ub Iwerks!

Nel DVD ci sono anche i commenti degli attori, intervistati in questi anni, che ricordano quando girarono il film. La cosa che più mi ha colpito sono state le parole della Mills, che ancora oggi riceve lettere di suoi fan, o fan del film che narrano quanto importante quella pellica sia stata e sia ancora per loro.
Se sapessi a che indirizzo scriverle, lo farei anche io! Perché ancora mi commuove e diverte come se fosse la prima volta che lo guardo.

Sono stati realizzati anche un seguito a fine anni 80 (dove c'è di nuovo la Mills, ma anziana), e un remake che però non sono minimamente degni di essere guardati.
********** su 10