31.5.11

#9 GIAPPONE: 01.5.2011 > TOKYO > HARAJUKU-SHIBUYA-SHINJUKU

Domenica primo maggio l'idea era quella di andare ad Harajuku alla ricerca delle fanciulle "pittate" che si radunano lì la domenica mattina. Avrei voluto indossare anche io il mio Gothic Lolita nuovo e mescolarmi in mezzo a loro, ma il poco tempo a disposizione per girare Tokyo mi ha fatto cambiare idea.

Io e Mari siamo rimaste esterrefatte perché c'era un DELIRIO di ggente!!! Ma si girava comunque bene!
I giapponesi sono incredibilmente ordinati.

Abbiamo girellato per la zona, impelagandoci in vicoli affollatissimi e dai negozi stravaganti tipici della zona, ma non abbiamo beccato tutte le fanciulle pittate che desideravo fotografare :-(
(O almeno non le abbiamo trovate in gruppo, ma solo poche sparse qua e là).

I negozi erano stupendi! Nel bodyline Gothic Lolita ho preso una sottogonna per l'altro abito e ho acquistato anche delle ciglia finte (che qui quasi tutte le ragazze usano abitualmente).


Harajuku.



Passeggiando abbiamo trovato il GROM di Harajuku (ce ne sono 3 a Tokyo) e non potevamo fare a meno di gustarne anche qui il gelato. È identico ai nostri, anche i pannelli informativi suigli ingredienti sono scritti in italiano: al di sotto di questi ci son le targhette tradotte in hiragana e katakana.
Una delle ragazze che servivano (giapponese) i gelati perlava italiano! Era stata a Torino 10 mesi per studiare la nostra lingua e poi ha fatto il colloquio quando ha scoperto che avrebbero aperto delle gelaterie anche a Tokyo.



In Giappone non si usa mangiare per strada: la gelateria offre quindi divanetti e tavolini dove consumare il cono che si è appena acquistato al bancone.





Passeggiando per Harajuku potete trovare un Vagabond enorme che vi guarda! XD



Siamo anche passate in uno di quegli incroci famosi dove si attraversa anche diagonale! Ne abbiamo provati vari XD!
È una folla assoluta ma è stato divertentissimo, sembrava di essere al luna park! :-P
Abbiamo proseguito passeggiando fino al centro di Shibuya, bellissimo quartiere secondo me.








Cosmetici di Maria Antonietta (Versailles no bara).


Gli aquiloni a forma di carpa per la festa dei bambini.




E finalmente abbiamo immortalato uno dei mille mila 7eleven che ci sono in Giappone!

Abbiamo anche sperimentato per la prima volta uno STARBUCK COFFE XD!
Che offriva, ovviamente, delle declinazioni nipponiche, tipo il Frappuccino al Thé verde con latte scremato... (che ovviamente NON ho assaggiato).


Il "nostro" Starbuck.








?????????? O.o È dentro la stazione…



Fuori dalla Stazione siamo andate immediatamente alla statua di Hachiko!


La statua di Hachiko fori dalla stazione di Shibuya.



Un'altro dei famosi attraversamenti pedonali diagonali di Tokyo: Shibuya.


L'incrocio del delirio.

Abbiamo trovato anche GROM di Shibuya, ma lo abbiamo contemplato solo dall'esterno :-)


GROM a Shibuya.



Abbiamo trovato anche qui a Shibuya - per caso - il MANDRAKE, negozio "gemello" di quello di Osaka, dove abbondavano modellini, action figure, art book, OST e altre chicche di anime e manga.
All'inizio Mari era timorosa perché il negozio è sotterraneo e le scale che scendono paiono una grotta... Abbiamo passato parecchio tempo all'intenro, alla ricerca di materiale interessante...
Volevo piangere quando ho visto tutti gli stessi ArtBook di Creamy e del Majokko Club a un costo decisamente inferiore di quanto li ho pagati io millenni fa T_T

Però mi sono rifatta acquistando a prezzi convenienti un modellino di Gundam e uno di Evangelion ^_^


L'ingresso del MANDRAKE di Shibuya.

Dopo la parentesi otaku, siamo andate a Shinjuku: quartiere sfavillante e caotico come Shibuya, ma dal sapore differente. Stava calando la sera (e per sera intendo le 18/19) e non era il caso di addentrarsi nei vicoli secondari, temendo di finire nel quartiere a luci rosse... ha anche iniziato a piovere...


Shinjuku sotto la pioggia serale.



Stanche, siamo tornate nella di Akasaka e abbiamo deciso di cenare al Mac Donald che, come Starbuck, offre delle declinazioni tipicamente nipponiche sui gusti dei panini: tipo l'hamburger con salsa Teriyaki! :-P

Sorvolo sul vento folle e fortissimo che ci ha accompagnate per tutta la giornata :-(

CURIOSITÀ: sapevate che i palazzi son tutti separati uno dall'altro?
E mai attaccati/tangenti uno all'altro come i nostri?
Per separati intendo collocati ad un solo metro l'uno dall'altro, ma comunque separati. Questa caratteristicha architettonica crea un dedalo di vicoletti, spesso impraticabili anche a piedi, pazzesco.
La cosa assurda è che su questi lati dei palazzi ci sono cmq finestre e balconi! O_o
Ti affacci e vedi UN MURO! Oppure guardi DENTRO la casa del dirimpettiaio dell'altro condominio!
Questo non accade perché nuovi edifici vengono costruiti accanto ad altri più vecchio. È così anche nella costruzione di nuovi edifici. Boh!

23.5.11

#8 GIAPPONE: 30.4.2011 > TOKYO > ROPPONGI

Dopo lo stancante viaggio in pullman notturno siamo arrivate a Tokyo, presso la stazione di Shinjuku. Il viaggio è durato 12 ore. Mi sono stupita di non trovare la toilet a bordo, cosa che è diffusa su alcune linee di pullman a lunga percorrenza in Italia).
Finalmente nell Kanto nella capitale nipponica.
Che emozione…



Per ovviare al problema dell'assenza del bagno, il conducente ha effettuato una sosta ogni tre ore circa (una sola a distanza di 5 ore dalla precedente). Se questo ci ha garantito di poter andare in bagno in maniera regolare, dall'altra ha avuto l'effetto secondario di spezzarci continuamente il sonno già precario in viaggio, e farci arrivare particolarmente ricojonite a Tokyo.

Dove abbiamo avuto il primo intoppo del viaggio. Non avevamo stampato da google maps la cartina con l'ubicazione esatta dell'albergo, forti del fatto che avevamo con noi mille piantine della città. Si trovava nel quartiere Akasaka, ma non ci ricordavamo più quale delle 19 linee della metropolitana dovevamo prendere (nei dintorne ne arrivavano 3) e come arrivarci nonostante avessimo l'indirizzo.

Scese nella subway un ragazzo ci ha viste in difficoltà e ci ha chiesto - in giapponese - dove dovessimo andare. Gli abbiamo mostrato indirizzo e numero di telefono dell'albergo. Prontamente, dopo aver dato un'occhiata al quartiere e all'indirizzo, ha preso il suo cellulare, ha chiamato l'albergo (probabilmente dicendo che due deficienti non si erano organizzate su come raggiungerlo) e si è informato su come raggiungere l'albergo da lì e quale fosse la metro più comoda e veloce.
Mari era così >>> ^_^""""""""""""""""""

Per fortuna erano solo 4 fermate da Shinjuku senza cambio di linea e anche a piedi dalla stazione della metro ci son voluti 3 minuti.

L'unico problema era che la Oedo line è una specie di circle line. Se sbagli direzione fai 500 fermate anziché 4 e soprattutto un pezzo dell'anello ha una sorta di bivio, che si prende da tutt'altra parte nella stazione (devi percorrere a piedi 200 mt, come è capitato a noi).
Per fortuna il ragazzo che ha telefonato all'albergo per noi ci ha indicati DOVE andare a prendere la direzione giusta.

Arrivate in albergo non ci era possibile fare subito il check-in (erano le 10 del mattino circa) e quindi siamo andate subito a farci un giro a piedi per il quartiere di Roppongi, il più internazionale direi, pieno di stranieri (anche kebabbari), ragazzi di colore che ti invitano nei night club, ristoranti cinesi, indiani ecc…

Ci siamo fermate in un parchetto a mangiare qualcosa e abbiamo anche potuto ammirare una bellissima farfalla.




Quartiere folkloristico.

Camminando camminando, siamo arrivate alla Tokyo Tower, copia identica - ma ancora più alta - della Torre Eiffel parigina e interamente dipinta di rosso/arancio.


Prossima met: Tokyo Tower.



Siamo salite sul primo osservatorio a 150mt di altezza (per la modica cifra di 820¥) dove la vista della città era notevole. Nonostante il vento forte l'aria non era particolarmente limpida e non ci è stato possibile scorgere il monte Fuji come avremmo voluto (dista 97 km).
Per salire all'osservatorio a 250 ci chiedevano altri 600¥ e abbiamo lasciato perdere anche se sarebbe stato bello.

















Un po' di Italia in Giappone.


La tokyo TV!

In questo negozio - ops, intera palazzina - dedicato ad abiti da spsa e da cerimonia, c'era la riproduzione di tutti gli abiti nuziali dei reali inglesi: c'era di già anche quello di Kate Middleton! (il matrimonio si era celebrato 2 giorni prima!) e addirittura la riproduzione di quello della Regina Vittoria.



Yumi Katsura Bridal House.

In uno stravagante negozio chiamato Don Quichotte, dove mi sono anche fermata a comprare un pacchetto di sigarette per mia mamma e una specie di aquilone coi pesciolini, c'era un PESCE ENORME in un acquario, tipo una carpa gigante che probabilmente pesava più di me… :-S




Piccolo santuario shintoista all'interno del parchetto precedentemente nominato.

A metà pomerggio siamo finalmente riuscite a fare il check-in e dopo esserci docciate e riposate siamo andate a informarci per orari e prezzi del battello Himiko *.*
Una cena veloce a Roppongi e poi a nanna, perché eravamo distrutte.

17.5.11

#7 GIAPPONE: 29.4.2011 > HIROSHIMA

La Giornata a Hiroshima è stata istruttiva.
E piacevolmente calda e soleggiata.

La cittadina non è grande, ha solo tre linee di metropolitana sotterranea e tutti tram di superficie. Avendo solo una giornata da spenderci siamo andate a vedere l'A-Bomb Dome, (Hiroshima Prefectural Commercial Exhibition Hall) l'unico edificio rimasto parzialmente in piedi dopo il lancio della bomba atomica, il 6 agosto 1945 alle 8.15 del mattino (c'è un orologio ritrovato fermo a quel momento).


A-Bomb Dome.



Attorno al sito del Dome, visitatissimo, una signora di mezza età si è avvicinata a me e Mari, spiegandoci che da poco studiava l'inglese e che desiderava allenarsi con noi nella conversazione. Dopo un po' di chiacchiere, ci ha donato 2 spille a testa (una per noi e una per i nostri genitori): origami fatti da lei con la carta dei giornali a forma di fuori di sakura: deliziose! È stata carinissima e anche il suo inglese era buono.



Dopo abbiamo attraversato il monumento alla pace, una specie di arco di pietra in mezzo a una fontana, in un bel parco con anche un grande prato.


Sullo sfondo l'A-Bomb Dome.

Alla fine si trovava il Peace Memorial Museum (non si potevano scattare foto, quelle che troverete qui le ho prese dal web)



Visitandolo, abbiamo potuto constatare in maniera piuttosto "forte" cosa è accaduto quando la bomba venne lanciata...
La città fu rasa completamente al suolo, rimase in piedi (in parte) solo l'edificio che si trovava esattamente sotto al punto di caduta della bomba, che è scoppiata in aria a 600mt dal suolo (e non a terra, ovviamente, altrimenti ci sarebbe stato un enorme cratere) e pochissimi altri edifici: una scuola e un ospedale.


Due plastici mostravano il prima e il dopo.


Dopo.

La cosa più agghiacciante è che c'erano parecchi reperti esposti nelle teche, abiti, occhiali, orologi e altri effetti personali ritrovati successivamente che appartenevano alle vittime. Il museo mostrava anche foto delle vittime che avevano subito la bomba, ustionati, coi vestiti che si erano loro sciolti addosso assieme alla pelle.
Le conseguenze delle radiazioni sulla salute umana si sono iniziate a verificare tra i sopravvissuti qualche mese dopo il lancio.

Sono morte centinaia di persone alcune mai ritrovate o svanite nel nulla, anche se incredibilmente 814 sono state in qualche modo identificate: l'ultima nel 2010!

L'altro reperto di cui mi avevano parlato è un pezzo di muro con dei gradini davanti, dove al momento dello scoppio era seduto un uomo. Il bagliore, il calore ecc dell'esplosione l'hanno volatilizzato all'istante, ma sul gradino su cui era seduto è rimasto un'alone, un'ombra a testimoniarne la presenza.


Un'ombra "incisa" nella pietra, a 200 metri dall'ipocentro dello scoppio.
I gradini sono "sbiancati" vicino a dove c'era seduta una persona, di cui è rimasta appunto l'ombra.


Alcune teche di formalina raccoglievano pezzi di pelle ustionata di alcune vittime e c'erano anche delle statue di cera che rappresentavano le persone al momento dell'esplosione, una mini ricostruzione di uno spaccato della città con muri caduti, cenere, persone ustionate.


Vista dal camminamento del museo.



Nel camminamento anche panoramico si dominava tutto il parco, il Dome in lontanza. Abbiamo anche fatto i "timbrini" di Hiroshima.



La storia più commovente è quella di una donna che si è salvata perché portava sulla schiena uno dei due figli, il più grande e teneva stretto davanti quello + piccolo. Il figlioletto sulla schiena morì bruciato e lei si ustionò un braccio, ma sopravvisse assieme al figlio più piccolo. Le han dedicato una statua, all'aperto nelle vicinanze del Museo.





Poco più avanti del Museo, c'è un camminamento della pace, composto da archi moderni ricoperti dalla scritta "pace" in tutte le linue. Ho scovato l'italiano!


Arco della pace (decisamente diverso da quello di Milano!)


Vedute della città.

Abbiamo tentato di visitare anche lo stadio del baseball, ma era chiuso da pochi minuti.
Abbiamo quindi passeggiato per le vie commerciali della zona e scovato un posticino dove cenare: RAMEN! Più buono anche questo del primo assaggiato a Osaka!



Non ci è restato poi altro che andare alla stazione e prendere il pullman notturno per Tokyo.



CURIOSITÀ DI HIROSHIMA: il receptionist dell'hotel conosceva il calcio italiano e si è messo a conversare con Mari di quello :-P