Secondo giorno: gita a Kyoto!
I primi quattro giorni abbiamo alloggiato a Ōsaka e ci siamo spostate a Kyōto col treno, in giornata, perché tanto erano al massimo 40/50 minuti di viaggio.
Girare per Ōsaka non è difficile, l'unico luogo in cui ci si perde è la Japan Rail station.
È inimmaginabile il casino che c'è, perché oltre alla stazione vera e propria dei treni JapanRail ci sono anche varie linee della metro Japan Rail (che d'ora in poi abbreverò in JR) e altre linee ferroviarie NON JR!. Un DELIRIO! Infatti ci siamo perse anche stavolta! XD
Perse innanzitutto perché non sapevamo dove andare a prendere la linea ferroviaria che avevamo scelto noi per andare a Kyoto: La Hankyu Railway. Sì, perché ovviamente non c'era mica solo una compagnia ferroviaria per andare in una città così vicina: oltre alla JR e alla Hankyu c'era anche la Keihan line.
Abbiamo impiegato un po' a capire che dovevamo USCIRE dalla stazione JR e andare in quella di fronte per prendere il nostro treno.
Trovata la strada entriamo, facciamo il nostro biglietto (all'enooorme costo di 390¥ Uuhhhh!!!) finalmente partiamo, scoprendo che c'erano 4 tipi diversi di treni della Hankyou line, quello rapidissimo (forse diretto), uno con qualche fermata, un'altro che le faceva tutte e ci impiegava di più e l'ultimo che ne faceva "un tot". Ovviamente il costo del biglietto era sempre lo stesso, perché in Giappone si paga a km e non a tipologia di treno (superveloce, con poche o tante fermate ecc. Eccezion fatta solo per lo Shinkansen).
Eravamo anche preoccupate di controllare gli orari del treno per il ritorno: precauzione del tutto inutile, perché ce ne erano in continuazione fino a tardi! L'efficienza dei mezzi di trasporto nipponici è sorprendente!
Arrivate a Kyoto DILUVIAVA! In effetti si vedeva IL NERO nel cielo dal treno, proprio nella direzione in cui stavamo andando noi -.-
Stavolta avevo l'ombrello con me, ma abbiamo deciso di non uscire in mezzo al nubifragio e aspettare che spiovesse entrando in un grande magazzino/supermercato che aveva l'ingresso al piano inferiore anche dai corridoi della metro, proprio come la Rinascente a Milano.
Prima tappa: bagno! Bagno spaziale direi, come possono documentare le foto!
Dopo aver girellato in mezzo al supermercato, e in mezzo al reparto gioielleria e abbigliamento (scoprendo che in Giappone vendono molti più ombrelli anti sole/UV che antipioggia), abbiamo rimesso il naso fuori e verificato che splendeva il sole! Il temporale era passato!
Ora si trattava però di riuscire a prendere l'autobus per arrivare al tempio di Kiyomizu-dera : come salire (c'era una fila immensa di persone, tutta ordinatissima naturalmente), come fare il biglietto e quanto costava. Salite sul nostro autobus (il 207), scoprimao che la tariffa era fissa (220¥) e che si pagava al momento della discesa infilando l'importo esatto in una macchinetta vicino all'uscita.
Giunti nella parte orientale di Kyoto, al limitare delle colline siamo scese e ci siamo incamminate - in salita - nella via che conduceva al tempio buddista.
Antico, enorme, e costruito su palafitte che si affacciano a strapiombo sul bosco.
L'ingresso.
Abbiamo avuto la fortuna di trovare i ciliegi ancora in fiore! A fioritura inoltrata, ma siamo riuscite a vederli! Alcune varietà sono uguali alle nostre, altre, differenti.
L'entrata vera e propria con tanto di biglietti.
Il rito di purificazione, lavando le mani.
Mari scuote il bastone sacerdotale con gli anelli.
Ed ecco il tempio vero e proprio.
Abbiamo pescato una delle preghiere di buon auspicio, che dopo la lettura andrebbero legate ai rami degli alberi, ma noi ce le siamo tenute, ovviamente XD!
Dopo una sosta ad un chioschetto a gustare gli udon (mi pare fossero udon e non ramen -.-) siamo tornate verso il centro città a piedi, per andare a vedere anche il santuario shintoista Yasaka-jinja che avevamo precedentemente scorto dall'autobus.
Localino dove abbiamo pranzato.
Una statuetta per la strada.
Per la strada.
Un negozio di Tanuki!
Vendita biciclette?
Una stazione di polizia.
Indicazioni sul marciapiede!
Il santuario, tutto arancione, pieno di Ōtorii (o Torii) e con un enorme parco. E decine di chioschetti di souvenir tipici dei santuari.
Santuario shintoista Yasaka-jinja.
Mari ha anche provato a suonare le grandi campane. Poi abbiamo comprato entrambe la targhetta di legno su cui scrivere i nostri buoni auspici e l'abbiamo appesa assieme alle altre all'ingresso del santuario.
Mari suona le campane.
Anche il parco del santuario ha meritato una visita veloce, e una sosta sotto i ciliegi in fiore, proprio come fanno i ragazzi giapponesi.
Un signore curava maniacalmente la toilette del suo cane.
Finita la visita a questo santuario ci siamo reincamminate verso la stazione: passando sul fiume abbiamo visto i ragazzi seduti sull'argine, come negli anime! OVVIAMENTE siamo corse immediatamente anche noi a sederci lì, godendoci la meravigliosa luce del tramonto.
Vista dall'argine.
Un affaccio al quartiere delle Geishe, e poi via di nuovo verso Ōsaka.
Stanche, abbiamo deciso di tornare subito nella zona dell'albergo e cercare là qualcosa da mangiare. Abbiamo anche vagliato la possibilità del MacDonald nipponico (poi scartata) dove la variante sul tema gastronomico autoctono è il condimento dei panini con salsa teriyaki! XD
Nella via commerciale della nostra zona (Temma), abbiamo scovato un posticino dove cenare deliziosamente spendendo pochissimo (490¥). All'esterno del locale c'erano i menù con immagini e prezzi. Ogni menù aveva un numero. Abbiamo optato per il Katsudon (cotoletta di maiale su ciotola di riso).
Entriamo per ordinare, ma vediamo la ragazza del locale perplessa... Ci ha dovuto spiegare COME fare. In pratica all'esterno c'era una macchinetta con tasti e numeri, dove inserire il denaro (come i nostri distributori di bibite o sigarette). Si seleziona il tasto col numero corrispondente al menù desiderato, si inserisce il denaro e una volta effettuato il pagamento esce un bigliettino (l'ordinazione). Si entra, si consegna il biglietto/ordinazione, ci si siede e si aspetta di essere serviti. Il menù, a nostra gradita insaputa, comprendeva anche zuppa di miso e un'altra ciotolina con sfiziosità nipponiche, salmone arrosto mi pare. L'acqua era già su tavolo ed è sempre presente e gratuita in tutti i ristoranti.
CURIOSITÀ DELLA GIORNATA: In giro per Kyoto c'erano un sacco di ragazze in kimono, bellissime. E son le uniche vestite decentemente!
I giapponesi e le giapponesi si vestono DIMMMERDA. In pratica si spalmano la carta moschicida addosso, si jettano nell'armadio e ne escono con le prime cose - sempre e comunque merdose - che capitano. Vedere per credere! Lo so, sono impietosa, ma non sono riuscita a comprarmi nemmeno una banalissima T-Shirt -.-
Ho notato che l'individualismo dei giapponesi nel momento del pranzo/cena è cosa assai normale. Raramente in Italia vediamo qualcuno che mangia da solo. Spesso è una necessità in una pausa pranzo o se si è in trasferta da soli in altre città per lavoro. Là invece che sia pausa pranzo o post ufficio, vedere persone sedute al tavolo da sole è la cosa più normale (e un po' triste dal nostro punto di vista) del mondo.
Anche stavolta, potete leggere "l'altra campana" di MARI :-)
9 commenti:
Spettacolare! A vedere le tue foto, soprattutto quelle dei templi, viene volgia di salire sul primo aereo per Kyoto!!!
^__^ Mitiche le "sciure" in kimono.
Ma ne avete preso uno anche voi?
Magari usato??
^^
Figata la macchinetta della pappa che paghi prima.
Figata tutto! :-P
ps grazie alla mia bellissima cartolina e ai vostri racconti mi sento anche io un po'in Giappone e un po' meno lontana dal mio sogno.
Provo un po' di sana invidia ;-)
Scherzi a parte, grazie dell'ottimo reportage. Anche le "note di costume" che inserisci sono comunque utilissime per percepire le differenze tra noi e loro.
wow!
ahah Damina tutto sommato i nostri racconti si assomigliano ma è bello avere diversi punti di vista XD Anche se, eravamo abbastanza d'accordo su ogni cosa che vedevamo e pensavamo/dicevamo le stesse cose XD in simbiosi!!
@Nicla: no nessun acquisto di Kimono. 1) a causa del costo, a volerne comprare uno figo, e il tempo che avremmo perso per provarli e indossarli e poi si sarebbero rovinati in viaggio magari.
Forse un giorno lo acquisterò su Ichiroya (usato).
@Mari: mi sento demente quando commentiamo a vicenda i nostri post nipponici :-P
No non è demenza è solo che siamo malaaaateeee!
^__^
Gran resoconto. ;)
In ritardissimo sto leggendo solo ora il tuo bellissimo e dettagliatissimo resoconto. :)
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